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 R1 alfa Lecce >> Il Ripetitore di Antonio  IZ7FUH

In questa pagina illustriamo il lavoro ed i sacrifici di Antonio IZ7FUH ricompensati solo dalla sua soddisfazione personale e dagli elogi di quanti, compreso il sottoscritto, hanno apprezzato il funzionamento del suo ripetitore. Badate bene non si tratta esclusivamente di un Ripetitore cittadino, la sua collocazione quasi ottimale gli consente un'area di operatività che si estende a nord nella provincia di Brindisi e ad ovest fino a ridosso del mare Jonio, mentre a sud di Lecce è un pò penalizzato dalle alture di Galugnano, in ogni caso il segnale è sfruttabile anche nella zona di Maglie.

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Dalle foto allegate, che mostrano le varie fasi di assemblamento, si può notare come nulla sia stato lasciato al caso, persino una batteria tampone da 150 A consente al repiter di funzionare anche in assenza di energia elettrica.

Adesso consentitemi una nota polemica rivolta al direttivo della Sezione ARI di Lecce, alla quale comunque mi onoro di appartenere, da ormai diversi anni il Ripetitore Ufficiale della nostra Sezione  l'R6 di Parabita non funziona come dovrebbe, nel senso che, per eccitarlo bisogna trovarsi in situazione ottimale. E' da una vita che mi sgolo a spiegare a chi potrebbe decidere, ma non prende iniziative per motivi che mi sfuggono, che un ripetitore, al meno al giorno d'oggi, serve per consentire un collegamento tra stazioni mobili o al massimo  tra stazioni mobili e stazioni fisse più lontane. Quindi siccome il maggior traffico di stazioni mobili si ha proprio in città è del tutto ovvio che il Ripetitore dovrebbe essere collocato nelle immediate vicinanze della città e non a Parabita !

Infatti anche quelle rare volte che il Ponte funziona, sistematicamente non viene utilizzato proprio per l'impossibilità di eccitarlo dalle stazioni mobili. Ringraziamo di cuore IZ7FUH e IK7XWM che a tale scopo mettono a disposizione degli altri le proprie risorse e capacità. Purtroppo il direttivo della Sezione ARI di Lecce è composto, per lo più, da colleghi radioamatori che da troppo tempo hanno appeso il microfono al chiodo e quindi non riescono a valutare le reali esigenze di chi invece opera on air, sono rimasti all'epoca in cui il ripetitore serviva a mettere in comunicazione stazioni che iniziavano con modeste risorse a sperimentare le VHF, oggi è sotto gli occhi di tutti che la situazione e ben diversa .